Mentre l’Italia viveva i suoi tumulti indipendentisti che l’avrebbero portata alla sua unificazione nazionale nel 1861, Papa Pio IX proclamava, con la bolla “Innefabilis Deus”, il dogma dell’Immacolata Concezione. Con tale dogma la Chiesa affermava ufficialmente la nascita “Sine Labe” (senza macchia) della Vergine Maria. Seppur il dogma risalga al 1854, il culto e la devozione all’Immacolata Concezione avevano assunto nell’Europa cristiana medievale prima e moderna poi, un ruolo centrale nella vita di ogni fedele.

A testimonianza di ciò, basti considerare che nell’antica Ragusa fu edificata nel XIII secolo circa una chiesa intitolata a San Francesco d’Assisi e all’Immacolata. Si potrebbe affermare che furono proprio i francescani a diffonderne il culto a Ragusa. I primi figli di San Francesco, i “Minori”, quando si stabilivano in una nuova città, tendevano ad abitare in abitazioni provvisorie nelle zone periferiche. A Ragusa, in quel periodo, questo sito era l’estremo limite settentrionale dell’abitato, lontano dal centro costituito dal castello normanno, andato distrutto dal terremoto del 1693. Appena giunti in questo luogo i Francescani cominciarono a costruire la chiesa e il convento. Come riporta padre Filippo Rotolo nel suo libro “La chiesa di San Francesco all’Immacolata a Ragusa”, sul finire del XVI secolo l’antica chiesa duecentesca venne demolita per costruire l’attuale (cfr. pag. 63-64). Ciò che è noto e di cui si ha certezza è che già nel 1644 la nuova chiesa era completata e appariva nella sua costruzione tardo-cinquecentesca.

Questa digressione storica ha il fine di documentare il fatto che, nella cristianità antica il culto alla Vergine Immacolata era molto sentito ed era parte della tradizione cristiana da tempo immemore. Ciò significa che l’Immacolata Concezione veniva venerata e celebrata. Non si hanno notizie molto certe a riguardo, in quanto vi erano delle discrepanze sulle date e sull’appellativo usato. Principalmente, nel primo millennio, fu celebrata molto nelle chiese cristiane orientali e, per quanto riguarda l’Occidente, ad opera dell’ordine dei francescani i quali, tramite capitolo generale del 1263, la festeggiarono ogni anno.

Dunque, anche a Ragusa, nei secoli passati, l’Immacolata Concezione veniva celebrata e festeggiata. Non vi sono ritrovamenti che attestino come si svolgesse la festa.

Successivamente alla bolla papale del 1854, con la quale si indica con l’8 dicembre il giorno ufficiale per la festa liturgia dell’Immacolata Concezione, nella nostra città, il culto e la devozione alla Vergine concepita senza peccato si estesero (o forse, riprendevano e ampliavano quello precedente) così tanto da far precedere la data dei festeggiamenti a momenti di forte sentore religioso dedicati alla Madonna Immacolata. Nacquero così i dodici sabati dell’Immacolata (secondo la tradizione, i fedeli si recavano nella chiesa di San Francesco all’Immacolata per i dodici sabati che anticipavano la festa liturgica di dicembre, riunendosi per la preghiera e la santa messa).  Purtroppo questa tradizione, che vedeva la chiesa riempirsi di fedeli, è ormai scomparsa. Un’altra tradizione religiosa, tutt’oggi celebrata e molto sentita, è il Novenario. Nei nove giorni antecedenti l’8 di dicembre si celebrava (e tutt’oggi si celebra) la “Novena dell’Immacolata”. Si tratta della recita del SS. Rosario, seguita dal canto delle litanie mariane e dello “Stellario” (preghiere cantate alla Vergine Immacolata).

Le persone anziane e non solo, ricordano con gioia, velata di amarezza e nostalgia, la chiesa gremita di fedeli che cantavano, accompagnati dall’organo, lo “Stellario” ripetendo con devozione: “O Concetta Immacolata, prega per noi”.

Seppur con meno affluenza rispetto al passato, il Novenario è un momento che, ancora oggi, attira nella Chiesa di S. Francesco all’Immacolata numerosi fedeli tra cui anche molti giovani che stanno riscoprendo le antiche e meravigliose tradizioni nostrane.

Durante i nove giorni che precedono la festa, inoltre, subito dopo il Novenario, sono previsti incontri vari nella stessa chiesa che segnano, cristianamente, il tempo della novena. Si tratta di momenti di preghiera, adorazioni eucaristiche e catechesi.

Se tutto ciò faceva parte del preambolo e della preparazione spirituale dei fedeli, bisogna tener conto delle due giornate più importanti: la vigilia della festa (il 7 di dicembre) e il giorno stesso della festa (l’8 di dicembre).  Il grande affetto filiale verso la Madre Immacolata si manifesta il giorno della vigilia con il solenne “Atto di affidamento della città di Ragusa all’Immacolata”. Il sindaco in carica, tutte le autorità civili e militari della città, sotto lo sguardo paterno del Vescovo, pongono la città che amministrano nelle mani della Madre di Dio.

Il giorno della veglia dell’Immacolata non si conclude con la Messa Solenne, i Vespri e l’Atto di affidamento, ma con una fiaccolata che parte dalla Chiesa Madre San Giorgio e raggiunge la chiesa mariana, laddove i fedeli saranno riuniti in adorazione e preghiera, inginocchiati di fronte al Santissimo Sacramento.

Si racconta che la serata del 7 dicembre non terminava in chiesa: sembra che in passato, l’organista del luogo era solito invitare a cena tutte le massime autorità ecclesiastiche e civili della città.

Dopo settimane di preparazione (si consideri che per organizzare la festa, un gruppo di fedeli – tra cui molti ragazzi – si prodigano nel preparare sia la parte liturgica, guidati dal Parroco, sia la parte più ricreativa) si giunge al giorno tanto atteso, l’8 di dicembre. I rintocchi delle campane a festa, la banda musicale in giro per le vie di Ragusa Ibla, i fuochi d’artificio, annunciano la grande festa.

Le SS. Messe hanno inizio alle otto del mattino, una ogni ora fino al mezzogiorno e tutte affollatissime. La gente accorre per lasciare un mazzo di fiori alla Madonna o un’offerta per la chiesa o i poveri. Diversi sacerdoti si alternano per le varie celebrazioni eucaristiche. È tutto un movimento di centinaia e centinaia di persone mosse dalla devozione alla Madre Santa Immacolata.

La sera, dopo la recita del Rosario, delle Litanie e la Solenne Celebrazione Eucaristica segue la processione cittadina del simulacro della Vergine Immacolata per le vie antiche.

Su questo punto è necessario spendere due parole. La chiesa di San Francesco all’Immacolata conserva delle opere artistiche di notevole valore. Tra queste si hanno due statue raffiguranti la Vergine Immacolata (potete ammirarle nelle due foto sopra esposte). Una del Settecento (che è la statua portata sempre in processione), l’altra del Novecento (opera del 1954, di Ortisei fino a quest’anno – 2022 – esposta sull’altare maggiore). Da quest’anno (2022), tuttavia, si è scelto di portare in processione la Statua di Ortisei e riporre sull’altare maggiore l’antica statua settecentesca.

La statua, accompagnata dalla Banda Musicale cittadina, preceduta dai devoti con candele, e seguita da numerose persone in preghiera, percorrerà alcune vie cittadine. I balconi delle case saranno addobbati a festa con teli azzurri decorati con temi mariani e lampadine accese.

L’uscita e il rientro sono caratterizzati dallo sparo di fuochi d’artificio.

Completato il giro, la processione rientrerà in Chiesa laddove i presenti concluderanno in preghiera e riceveranno la benedizione solenne.

La festa si è conclusa ma per i fedeli, da quel momento, inizia un nuovo tempo fatto di preghiere, devozioni, tradizioni: il Natale sta per arrivare e ognuno di essi rivolgerà il suo sguardo all’Emmanuele che viene.

Emanuele F. Cascone